EVITAMENTO COGNITIVO, COMPORTAMENTALE ED EMOTIVO: QUANDO ASSUME UN RUOLO PROBLEMATICO NELLA NOSTRA VITA E PERCHE'?!

Evitare situazioni che generano sofferenza in alcuni casi può essere utile e funzionale al nostro benessere fisico e mentale e può tenerci al riparo da situazioni scomode o dolorose. 

Tuttavia, in alcuni casi, la tendenza ad evitare potrebbe diventare una costante nella nostra vita fino a determinare un paradosso per il quale l'evitamento stesso finisce per limitare il nostro benessere e la nostra capacità di sperimentare e fare esperienze che siano per noi positive. Evitare non farà' altro che renderci protagonisti passivi della nostra vita, così da farci credere sempre più fermamente che le cose cambieranno col tempo, senza che da parte nostra sia richiesto alcun sforzo e così potremmo accorgerci che per lungo tempo abbiamo procrastinato e siamo rimasti in una zona che apparentemente ci rendeva l'idea di essere al sicuro, al riparo dai nostri timori ma che in realtà con il tempo si rileverà essere la nostra stessa trappola! Questa modalità può riproporsi in ogni sfera della nostra vita: lavoro, relazioni, famiglia. 

Perchè lo facciamo? 

Perchè alle volte tendiamo ad evitare compiti, a rimandare decisioni, ad evitare di trovarci in situazioni che ci potrebbero far sperimentare situazioni dolorose? Beh..la risposta è semplice! lo facciamo per fuggire dal nostro dolore, per evitare una delusione, un fallimento o ancor peggio la conferma di idee negative su noi stessi. 

Solitamente, chi nella vita mette in atto in modo rigido e costante questa strategia ha vissuto un'infanzia in cui gli altri erano visti come delle figure critiche e rifiutanti e ha costruito credenze profondamente negative su di sé considerandosi incapace ed inutile. Gli altri, invece, sono visti come potenzialmente critici e rifiutanti e le esperienze emotive spiacevoli sono considerate travolgenti ed insopportabili. E se davvero fosse così? Sarebbe insopportabile? Se davvero esponendomi scoprissi che sono la persona terribile che credo di essere? Allora non lo sopporterei! Questo è quello che probabilmente ci diciamo ma il paradosso dov'è? Non mettendomi in discussione e limitandomi nella possibilità di espormi, sperimentare e verificare, molto probabilmente non potrò mai reperire le informazioni per confutare quella tesi. Non potrò mai provare a me stesso di non essere poi così male!

Cosa posso fare? 

Il primo passo è affrontare l'evitamento, che sia cognitivo, emotivo e comportamentale ed esserne consapevoli. L'evitamento cognitivo può avvenire ad esempio attraverso il rimuginio, un pensiero costante e ripetitiva attraverso il quale cerco di prevedere e controllare potenziali minacce ma che in realtà in molti casi si rileva inutile. L'evitamento emotivo potrebbe invece portarci alla ricerca di distrazioni ed attività piacevoli che ci allontanano dallo stato emotivo non desiderato.

Il secondo passo potrebbe essere quello di esporsi gradualmente e ciò potrebbero fornirci informazioni importanti su di noi, permettendoci inoltre di acquisire maggiori competenze laddove temiamo di avere delle lacune. 

In alcuni casi potrebbe non essere così semplice. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere un valido aiuto. 


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